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Editoriale / 42
di Pierluigi Palmieri
A margine dell’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario
Allarme della Corte di Cassazione per la Scuola: Dare più attenzione all’Italiano e ai… Riassunti
di Pierluigi Palmieri
Qualche lustro fa, per tre o quattro anni consecutivi, per una mia strana e quasi masochistica curiosità ebbi modo di presenziare alla cerimonia dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, presso la Corte d’Appello dell’Aquila. Per la verità inizialmente mi sentii molto lusingato in quanto interpretai l’invito come un riconoscimento degli sforzi compiuti, come responsabile di una giovane Confederazione sindacale autonoma, unitamente ai colleghi delle altre regioni d’Italia, per dare voce, oltre che agli operatori scolastici, ai lavoratori che non aderivano alla triplice confederale fino ad allora “monopolista” negli altri settori del pubblico impiego e del privato. Nelle relazioni prevalevano gli aridi dati statistici sull’andamento della giustizia nella regione, nel mio caso in l’Abruzzo, che allungavano i tempi e annoiavano ben presto l’uditorio. Nell’enunciare il numero dei reati e delle relative cause civili e penali, sullo smaltimento degli arretrati e dei processi, sugli organici dei magistrati e degli amministrativi nei vari tribunali, i Presidenti della Corte d’Appello apparivano, ai miei occhi costretti a recitare un copione che neanche il più fine dei dicitori sarebbe stato capace di rendere meno noioso,
Devo altresì confessare, che ai miei esordi da spettatore ho anche tentato la rilettura della versione integrale delle varie relazioni alla ricerca, purtroppo vana, di spunti più stimolanti e attinenti agli ambiti di mia competenza. Dopo pochi anni, anche in conseguenza della crescente espansione di internet, ho evitato di partecipare in presenza alla cerimonia, limitandomi a dare uno sguardo, molto superficiale, ai resoconti e ai grafici comparativi delle varie voci.
In questa settimana però il mio interesse per il sistema giustizia e per l’inaugurazione dell’anno giudiziario ha avuto un improvviso ritorno di fiamma in seguito alla dell’annuncio dello stato di agitazione degli avvocati della mia città che hanno deciso, oltre all’astensione, per otto giorni, dalle udienze civili, penali, amministrative, tributarie e dagli incontri di mediazione, di organizzare una manifestazione di protesta, in concomitanza con l’inaugurazione dell’anno 2022 in programma all’Aquila. Hanno invitato a partecipare i 37 sindaci del territorio, i parlamentari abruzzesi, tutte le rappresentanze politiche, istituzionali, professionali e sindacali. La protesta è legata alla revisione della cosiddetta “nuova geografia giudiziaria” , ridisegnata a seguito dell’approvazione della legge 156/2012.
Sotto la scure della “Revisione delle circoscrizioni giudiziarie e degli Uffici dei giudici di pace” cadrebbe, assieme ad altri trenta tribunali italiani prevista dal provvedimento, quello del Capoluogo Marsicano, che è tra i più importanti e attivi della Regione. Condividendo [1] le motivazioni della protesta ho messo da parte la mia ormai consolidata “disaffezione” per le consuete noiose statistiche giudiziarie di inizio anno e sono tornato, anche se solo “a distanza” ,sul “luogo del delitto”. Devo dire che sono stato fortunato perché la cerimonia, che ho seguito in diretta televisiva,tenuta a Roma venerdì 21 gennaio, presso la Corte di Cassazione alla presenza del Presidente Mattarella, ha avuto una durata accettabile, grazie anche al contingentamento, causa Covid, dei tempi e delle presenze (60 persone, delle quali 30 ospiti istituzionali e 30 del personale della Corte). Stessi criteri sono stati applicati pe la cerimonia tenutasi a L’Aquila. Purtroppo però in entrambi i casi non sono arrivati segnali che fanno prevedere una “grazia” per il Tribunale di Avezzano. Anzi nel suo intervento la Guardasigilli Marta Cartabia, ha manifestato la decisa volontà di portare avanti in tempi brevi “tutte” le riforme.
Nonostante la delusione per questo atteggiamento di indifferenza nei confronti della realtà in cui vivo, che merita ben altro, la mia rinnovata attenzione ha dato i suoi frutti. Nell’ascoltare attentamente la relazione di Pietro Curzio, sono riuscito a cogliere alcuni spunti interessanti, che oserei definire inediti. Il Primo Presidente della Corte di Cassazione infatti ha esordito descrivendo lo stato della Giustizia come un quadro in chiaroscuro ( “ Ci sono “criticità e segni di miglioramento”) perché i tempi di definizione dei processi rimangono troppo elevati, nonostante un incremento delle definizioni, soprattutto nel settore civile, di circa il 10% rispetto all’anno precedente e una riduzione delle iscrizioni dei reati nel penale- Ciò lo ha portato ad affermare che c’è stato nel complesso “un miglioramento della convivenza civile nel nostro paese”.Il quadro appare invece molto scuro con il riferimento al numero “inaccettabile” degli infortuni sul lavoro (il Presidente ha sottolineato che “L’Inail ha comunicato che nei primi dieci mesi del 2021 è stato superato il livello delle mille denunzie di infortuni mortali“) e diventa profondamente nero se pensiamo che il dato è stato tristemente incrementato con la morte in provincia di Udine del giovanissimo studente in alternanza scuola-lavoro a Lausacco. Per un beffardo scherzo della sorte Lorenzo Parelli, rimasto schiacciato da una barra di acciaio, stava svolgendo l’ultimo giorno di stage.
Questa gravissima tragedia ha sconvolto il mondo della scuola e non solo , proprio mentre nello stesso giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, Pietro Curzio denunciava che la scarsa capacità di sintesi nella scrittura delle sentenze incide negativamente sullo smaltimento del contenzioso e, in ultima analisi, va ad appesantire il carico di lavoro della stessa Cassazione.
Curzio ha inserito nel lato oscuro del quadro della Giustizia anche la “costante difficoltà nel coprire tutti i posti banditi, a concorso, il che fa a sorgere il ragionevole dubbio che molti corsi universitari non riescano a fornire le basi per il superamento del concorso”In proposito ha voluto ricordare che ancor più a monte, emerge un problema di qualità della scrittura perché “ nella formazione scolastica vanno difesi strenuamente il compito di italiano e in generale le prove scritte”. E a proposito della capacità di sintesi che il codice di procedura richiede prevedendo che le sentenze devono essere chiare e concise ha sostenuto l’importanza del “riassunto”.
Una commemorazione che nonostante i chiaroscuri, ha dato segni di vivacità propositiva, non priva di una sferzante critica al sistema della formazione, cosa rara nelle “uscite ufficiali” dei vertici del potere costituito. Ecco perché mi piace concludere con la citazione di Voltaire e Sciascia con la quale il Primo Presidente della Corte di Cassazione ha voluto ribadire che “l’onore dei giudici consiste, come quello degli altri uomini, nel riparare i propri errori”.
[1] La revisione della geografia giudizia prevede la soppressione di:
31 tribunali ,31 procure, 220 sezioni distaccate di tribunale, 667 gli uffici dei Giudice di Pace